sabato 14 gennaio 2012

Headspace


Siamo lieti di informare tutti voi bravi lettori di questi nostri scArti che siamo entrati pienamente in un periodo fecondamente riflessivo.
Siete invitati ad unirvi a noi, ché male non vi farà.
Auguriamo a tutti una buona meditazione.




From:
http://www.cristinaguitian.com/projects/headspace/






Otta V.

sabato 7 gennaio 2012

Come un manuale, ma al contrario!

Pablo Echaurren, “Controstoria dell’Arte”, Gallucci, 2011.



Cosa succede se un noto artista italiano - autore di dipinti, fumetti, illustrazioni, libri gialli e tanto altro – si rapporta con il lungo e tortuoso percorso che separa i dipinti rupestri dalle installazioni contemporanee, in quella che è nota a tutti come “storia dell’arte”? I casi sono due: se l’artista in questione è un affermato esponente di una qualche affermata (a suon di dollari e aste internazionali) corrente dell’arte dei nostri giorni, magari succede che ne scriva in termini di esaltazione e glorificazione incondizionata, strizzando un occhio a quel sistema che ne ha fatto ciò che è, che gli ha cucito addosso una patente di autenticità e autorevolezza. Oppure - e veniamo così al secondo caso della nostra domanda – l’artista di cui ci stiamo occupando è un “brontolone, uno che non gli sta mai bene niente, che cerca il pelo nell’uovo”, come scrive egli stesso. Se questa è la premessa, è inevitabile che l’oggetto di analisi, la storia dell’arte, si trasformi allora in qualcos’altro, una narrazione meno “istituzionale” e accademica: una vera e propria “Controstoria dell’arte”. È questo il titolo del nuovo libro di Pablo Echaurren, uscito il mese scorso per l’editore Gallucci.
In poco più di cento pagine si avvicendano, rispettando una successione fatta di brevi capitoli, periodi storici dalla durata secolare e movimenti artistici che hanno compiuto una breve ma intensa parabola negli anni. Il carattere distintivo della narrazione di Echaurren (in questo come in molti altri testi dell’autore) è senza dubbio l’ironia, e come potrebbe essere altrimenti se qui si sta bersagliando un intero sistema, fatto di mezze verità, luoghi comuni e radicate convenzioni storico-critiche? Ma l’ironia non è messa lì come scusa per divagare senza raggiungere mai il nocciolo della questione. È un tratto necessario per tentare di scardinare il consueto approccio serioso e pregiudizievole verso una materia viva e pulsante – nonostante tutto - come l’arte. Così, fra riflessioni sulla creatività umana, sul concetto di “manierismo” e sulla figura dell’artista, l’agile zigzagare di Echaurren fra secoli di storia (anzi, di controstoria) porta alla luce spunti di analisi davvero sorprendenti: su tutti una splendida pagina sui demoni della pittura del tardo medioevo o l’accostamento dei bassorilievi delle colonne romane di Traiano e Marco Aurelio al più recente
linguaggio del fumetto. Come non vedere, infatti, in quel lungo nastro spiraliforme che caratterizza le colonne romane “fumetti di guerra con tutti quegli ometti affannati a darsele di santa ragione e di santa legione, con tutte quelle frotte compatte di soldati marcianti e cavalli scalpitanti. Con tutte quelle scenette congestionate e pupazzettate di scontri, assedi, conquiste, azioni teppiste, battaglie navali, bastonature, infilzature, masse captive”. Sorpresi? Beh, solo in parte, se avete iniziato a prendere familiarità con i testi e
le opere di Pablo Echaurren, “brontolone” intelligente.


di Marco Pacella