20 ottobre 2011 - 9 dicembre 2011
Curatore: Massimo Riposati
Curatore: Massimo Riposati
“Dal 1970 ho una sensazione di rinnovamento. Come se una forza nuova, una nuova giovinezza mi siano state concesse.”
Con questa frase, che campeggia sul pannello introduttivo, si apre la piccola e godibilissima rassegna che la galleria Limen otto9cinque dedica ad Hans Hartung.
L'artista tedesco, naturalizzato francese dopo aver combattuto nella Legione straniera durante la seconda guerra mondiale (rimettendoci anche una gamba), è tra i precursori, non che tra i più celebri esponenti, dell'informale europeo. Sin dal principio rifiutò la figurazione, ma non si fece influenzare dalle tendenze geometriche che dagli anni '20 e per diversi decenni fiorirono in tutta Europa, sviluppando invece le componenti astratte e liriche che ritroverà in Kandinskij, interpretandole secondo una poetica del gesto, rapido e sicuro, che trascrive in impronta pittorica uno stralcio di realtà. Come egli stesso affermerà: "Dipingere ha dunque sempre presupposto per me l’esistenza della realtà: questa realtà che è resistenza, slancio, ritmo, spinta, ma che non capisco totalmente che quando la afferro, la circoscrivo, la immobilizzo per un momento che vorrei veder durare per sempre".
L'esposizione si sofferma su un gruppo di opere dei primi anni '70, in cui segni netti e cromie brillanti e smaltate creano una rete assolutamente equilibrata ed armonica di forze tese, contrastanti, tanto energiche e vive che ci si aspetta quasi di vederle continuare a compiersi sotto i proprio occhi, come per un moto spontaneo.
A tutto ciò aggiungo che:
- è la prima volta che Roma ospita una consistente fetta dell'opera di Hartung.
- la galleria si trova in via Tiburtina 141; dieci minuti da Termini, tre passi dall'università di Roma1. Comoda e ben collegata.
- l'ingresso (approfittatene) è gratuito.
Non so, mi sembra non ci siamo troppi motivi per perdersi questa ghiotta opportunità che io consiglio vivamente.
JaneLane
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