Sento il dovere di presentarvi un giovane artista americano di cui mi sono recentemente innamorata (lui ancora non lo sa), e da cui abbiamo preso in prestito la nostra icona minimale che campeggia provvisoriamente nel nostro neo-nato blog.
Il suo nome è Richard Vergez, studia graphic design alla Florida Atlantic University e sforna prolificamente innumerevoli opere, principalmente collage e fotomontaggi, richiamandosi, senza nemmeno tentare molto di mascherarlo, ai modi del collage dadaista (alla Hannah Hock), al Bauhaus (Làszlò Moholy-Nagy) e alla tecnica dell'avanguardia costruttivista russa (ovviamente Rodcenko) da cui riprende lo stile minimale, il lavoro di grafico e in parte anche la sua base teorica: costruisce infatti comosizioni di grandissimo impatto utilizzando frammenti di realtà a noi più o meno familiare.
Possiamo trovare così a sovrapporsi tra di loro immagini di un passato vicino e lontano, vivi della nostra memoria visiva. E decisamente attuali più che mai nell'era del bombardamento del web e della moda del revival più o meno vintage, insomma nell'era dell'accozzaglia. E ammiro chi riesce a comporre questo marasma con tanta eleganza, poesia e senza sdegnare a volte un po' di torni crudi. Illustrazioni pubblicitarie anni 60, fotografie vintage dell'album di famiglia e elementi di grafica e fotografia contemporanea rassicurano il nostro sguardo in quanto frammenti che il nostri occhi riconoscono, e allo stesso tempo però, rismontati e ricomposti come sono, ci straniano in un gioco di dissonanze, che ha del surrealismo hard-core. Insomma, una semplicità unica, senza pretese eppure di grande impatto, che personalmente trovo favoloso.
Inoltre è attivo come grafico pubblicitario e musicale: principalmente manifesti e dischi per la Radio Active Records, ed ha un gruppo di musica sperimentale post-punk: Drowing The Virgin Silence. Fa anche parte di un collettivo di performace musicale molto curioso: Psychic Youth, Inc.
Per maggiori info:
Godetevelo.
di Otta V.
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